Avendo sviluppato ricerche anche in ambiti lontani dalle arti, in completa singolarità, non ho acquisito quei modi che avrebbero permesso di omologare e comunicare facilmente le mie scoperte al mondo accademico scientifico.
Il mio modo di comunicare altro dall’arte, viene dall’arte e si manifesta con storie, immagini, schemi grafici, modelli fisici e progetti mentali.
Facendo un uso privato delle mie scoperte e non finalizzato alla pubblicazione, raramente ho sentito la necessità e ho avuto l’occasione di parlarne a livello universitario, ambiente al quale non sono abituato. Rimangono le storiche documentazioni video dei miei interventi. Talvolta alcuni documentari sul mio lavoro di artista, hanno toccato rapidamente temi con contributi e approcci che per la mentalità comune non sembrano rientrare nella categoria delle arti. Del resto in Italia, parlare di arte/scienza in un ambiente che è stato monopolizzato dalla Trans Avanguardia, dall’Arte Povera, dall’Arte Cattelana, era ed è rimasto faticoso.
In ogni caso, anche se in maniera poco fluida, in ambito accademico, queste rare conferenze, ricche di nuove concettualità, rimangono come segna tempi e testimonianze rispetto alla mia visione originale del mondo e stanno alla base dell’idea evoluta di spazio e di tempo che ho portato nell'arte col linguaggio SIGNA.
Molti di questi materiali, pronti per la pubblicazione, si confrontano con originalità con temi di grande interesse e attualità, fra mente, evoluzione, rappresentazione, a metà strada fra la visione neurologica, quella fisica e quella filosofica, usando gli strumenti, la forza e malizia dell’arte.