Credo che il ragionamento cioè il progetto mentale, quello che si può fare camminando con un filo d'erba in bocca, sia la parte più evoluta, benedetta, più potente ed ecosostenibile, per capire l’universo e che bisogna essere attenti ad affrontare qualsiasi domanda che non si possa risolvere con il ragionamento. L’uso di strumenti tecnologicamente avanzati deve servire per mostrare il ragionamento, non per anticiparlo. L’universo è talmente grande e complesso, che in qualsiasi modo noi volessimo spiegarcelo, troveremo una spiegazione dimostrabile con strumenti costruiti a tale scopo. Dunque serve la filosofia.
Costruiamo troppo. Troppe cose sono entrate rapidamente in contatto, si prospetta uno sviluppo caotico estremamente casuale della prossima evoluzione umana.
Questa casualità ha grande probabilità di farci perdere violentemente i benefici di adattamento acquisiti in tre milioni di anni, in particolare quell’idea di spazio e di tempo rapportato all’esperienza, che si è venuta a formare assieme ai sensi, lentamente con l’evoluzione umana.
È fondamentale in questo momento capire il grande universo ma con altrettanta avidità, sforzo economico e culturale capire i meccanismi che hanno portato ai processi di ominazione e ai motivi della sparizione di molte altre specie. E' importante che la ricaduta etica dell’attuale ricerca scientifica avanzata, non continui ad essere assorbita quasi esclusivamente nel senso del profitto dalle filiere produttive che già stanno ponendo un serio problema all’ecosistema.
Linguaggio d’Arte SIGNA è nato da miei studi su spazio, tempo ed evoluzione degli strumenti a partire dalla fase primigenia umana. Fa uso del il GPS frutto della teoria della relatività di Einstein e si proietta nel futuro per aver trovato ed usato strumenti adatti all’Arte nella nuova idea che si sta formando dell'universo.
Sulla Terra, il linguaggio d’Arte SIGNA porta all’esplorazione esperienziale di un nuovo rapporto spazio tempo col territorio attraverso un originale genere di arte espresso da opere site-specific, dove la georeferenziazione, diventa un rafforzato elemento di verità tra fenomeno e luogo.
Ciò che nell’opera d’arte veniva fino a ieri dipinto o scolpito per suggerire il “movimento”, col linguaggio d’arte SIGNA diventa il modo emozionale di percepire un’opera immateriale e attraversandola nel territorio lasciare sull’opera stessa una traccia riscontrabile del proprio evento.
Il linguaggio SIGNA supera la verità del gesto di Marina Abramovich o la totemica necessità dell'oggetto di Marcel Duchamp; Lascia che Tino Sehgal guardi un museo attraversare una mia opera, mentre il mio conterraneo Maurizio Cattelan se la ride appendendo i suoi salami alla stanga del MOMA.
Ho chiamato le opere SIGNA anche Graffiti Tecnoprimitivi, Geoglifi, Tracciati Georeferenziati, Il Nulla: sono opere implementate su tutta l’estensione spaziale terrestre, grandi da pochi metri a migliaia di chilometri, come mai immaginato e realizzato prima.
Perché così grandi? La grandezza di un’opera SIGNA è in rapporto alla velocità con la quale si può percepire in forma sensoriale. C'entra con la velocità di latenza in neurologia e con l'effetto Doppler in grandi spazi e altro.
Il linguaggio d’Arte SIGNA permetterà la fruizione esperienziale/sensoriale di nuovi immensi tracciati d’Arte e altre informazioni e narrazioni che accompagneranno l’uomo nello spazio extra terrestre.