Algoritmo evolutivo e nuovi modi di rappresentazione dello spazio proiezione di immagini sui temi trattati

Date
2007, 05 Sep
12 Sep
Prima Facoltà di Architettura, Ludovico Quaroni, Roma, La Sapienza
Workshop SICILY LAB, Corso del prof.dr.arch Antonino Saggio, conferenza di Costantino Morosin
Speaker
Costantino Morosin

Attraverso una serie di analisi, riflessioni, grafici, disegni, modelli animati virtuali, ricostruzioni materiali di oggetti e fenomeni, ho cercato di individuare e seguire a ritroso l’algoritmo evolutivo, quella serie concatenata di modi di produrre ed usare strumenti e rappresentazioni.

In questo senso e con questi strumenti e mezzi ho indagato, a cominciare dal remoto passaggio dall’animalità all’umanità, sulla nascita del concetto di spazio e di tempo, di misura, di capienza, di simmetria, ritmo, elementi che sono alla base della nostra possibilità di valutare anche in senso estetico ambienti, fenomeni, oggetti.

Analizzando la nascita della forma nel bios, lo sviluppo dei sensi negli esseri viventi, la gestualità e i tracciati di raccolta nell’ominide, i tracciati di pascolo, quelli di attacco predatorio nei carnivori, il volo degli uccelli, la produzione ed i modi d’uso dei primi strumenti, il tiro, il funzionamento di trappole, la produzione di monili e contenitori, studiando le forme con le quali la natura crea memoria di se e i modi con cui questi meccanismi si sono proiettati nell’uomo in forma di linguaggi, ho cominciato a capire come sia nata e si stia evolvendo la coscienza umana e come questa con un algoritmo evolutivo in fondo molto semplice si prepari da più di cinquecento mila anni a far perdere al corpo il suo legame con la gravità e a cercare di espandersi nello spazio al di la del sottile strato di bios che avvolge la Terra. 

Migliorando la mia percezione del futuro ho sentito il bisogno di creare ed usare nuovi strumenti e linguaggi, verso forme evolute di rappresentazione dei fenomeni nello spazio verso nuovi concetti estetici e modi espressivi nell’arte come sono i SIGNA, nati nel contesto della gara spaziale, opere di carattere territoriale attraversabili, tracciati georeferenziati, disegni che si contengono uno nell’altro grandi da qualche centimetro a migliaia di chilometri, sulla Terra e nello Spazio. 

Un terzo tema che mi interessa fin dalla giovinezza e sul quale sto lavorando è la possibilità di avere una “pagina sferica” per poter rappresentare fenomeni o creare espressioni d’arte, da vedere in modo più percettivo che ottico come copia georeferenziata della stessa Terra. 

Sto lavorando all’idea di uno schermo elettronico sferico macro/micro, un obiettivo è quello di dare maggiore continuità alla rappresentazione dei tracciati di movimento. 

La produzione e lo stoccaggio di memoria cresce in modo esponenziale e la sua gestione non può continuare ad avvenire con interfacce visuali che hanno la loro radice nel linguaggio prospettico o nel rapporto superficie – volume, derivato dalla pratica della scuoiatura, 

I nuovi strumenti, la scienza, le tecnologie, devono essere messi al servizio del sentimento di ciascuno in modo diffuso. Senza questo scatto evolutivo, dove le arti e in particolar modo l’architettura potrebbero avere un forte ruolo nella delicatissima e irripetibile fase di immissione dei valori locali in quelli globali, l’umanità si troverà divisa in recinti di consumatori annoiati e aree di poveri arrabbiati, pronta a errori irrimediabili. 

Andando all’argomento di questa settimana di incontri pensati e resi possibili nell’ottima cornice siciliana dalla “forza buona” di Antonino Saggio, credo che l’ I T in architettura sarà utile se produce varietà e condivisione di sentimenti, nuovi modi di solidarietà e di gioco, augurandomi che tutto ciò si specchi e trovi memoria in forma d’arte. Costantino Morosin